Ultimo avvertimento al capitano del Titanic

Sembrerebbe che avviare la procedura di rimozione sia un atto di destabilizzazione del paese, della sua grandiosità e delle sue opere. Queste sono le lametele dei macronisti e dei loro sostenitori. Trattasi tuttavia di una disposizione pienamente costituzionale. Stiamo parlando dell’articolo 68, approvato durante la presidenza di Nicolas Sarkozy. Questo articolo è già stato usato dalla destra dei ‘’ Républicains’’, in particolare dai attuali capogruppo del partito insieme ai macronisti incalliti.

Il presidente François Hollande era stato preso di mira per le sue sfortunate rivelazioni pubbliche sulla guerra in Siria.

Quali sono i motivi che rendono possibile l’attivazione di questa procedura ? La relazione  che precede l’approvazione di questo articolo 68 è molto chiara per quanto riguarda il tipo di casi in cui è applicabile  ‘’la violazione dei doveri manifestamente incompatibile con l’esercizio del mandato’’ è lasciata alla discrezione del parlamento stesso ! Quindi questa procedura è puramente politica e non ha bisogno di alcuna giustificazione. Rifiutarsi di riconoscere il risultato del voto dei cittadini costituisce una grave violazione del mandato del presidente, perche è appunto suo dovere guarantire il rispetto delle regole della nostra democrazia. Aggiungiamo anche questo, in merito alla nomina del primo ministro. La costituzione, della quale tutte queste persone si avvalgono, precisa che deve essere ‘’nominato’’ dal presidente. Non è detto da nessuna parte che il presidente debba ‘’scegliere’’ questo primo ministro. La regola del compiacimento non esiste in una democrazia, anche se, purtroppo, in Francia talvolta accade.

La furia dei portavoci macronisti contro la nostra iniziativa (https:// melenchon.fr/2024/08/18/si-macron-refuse-de-se-soumettre-au-vote-du-peuple—le-parlement-doit-le-demettre/) è, di conseguenza, irrilevante. Scegliere di agire secondo una procedura costituzionale non può mai essere una via per natura destinata al disordine e al caos. Però non mi stupisce la loro reazione. Loro non sono in grado di capire i nostri motivi. Infatti, per noi si tratta di prendere sul serio ciò che noi stessi diciamo, a differenza di loro che non le fanno mai. Dal nostro punto di vista, Macron sta facendo un colpo di forza contro la democrazia repubblicana. Qual è, pertanto, il nostro dovere repubblicano ? Declamare grandi frasi, paroloni, e poi tornare a casa a mangiare la minestra ? Così farebbe un macronista che, una settimana ci attacca chiamandoci antisemiti, sostenitori del caos ; e che, la settimana dopo si butta ai nostri piedi per mendicare i nostri voti. Un macronista che, una settimana dichiara la NATO in stato di morte cerebrale, ma la settimana dopo, piagnucola per avere il diritto di partecipare alla versione asiatica di questa stessa alleanza militare bellicista. E così via. Nel caso presente, E. Macron si arroga il diritto di veto sul risultato del suffragio universale. Accidenti ! Già nel 1789 il re Luigi XVI, prima ancora che fosse istituita la repubblica, si era visto negare questo privilegio da un voto della prima assemblea !

Di fronte ad un’aggressione antirepubblicana, cosa occorre fare ? Per noi che propugniamo la ‘’rivoluzione tramite le urne’’ come strategia politica, la risposta rimane semplicissima. Le nostre azioni politiche sono  fondate soltanto sulle elezioni e  sui mezzi che ci propone la legge. Quindi abbiamo cercato – e trovato – nella costituzione che per altro non approviamo, il mezzo da essa previsto per destituire un presidente diventato autocratico. È veramente una novità la deriva autoritaria nel nostro paese? No, da quando è stato inventato il delitto di ‘’apologia del terrorismo’’ per perseguire chi denuncia un genocidio. No, da quando è avvenuta la criminalizzazione generalizzata degli atti di opposizione dei cosiddetti ‘’ecoterroristi’’ e altri. No, nel paese dove, con la scusa di un avvio ‘’di indagini preliminari’’ per un sì o per un no si può, senza controllo o limite di tempo, procedere a procedimenti giudiziari, inquisizioni e perquisizioni. Persino ad imputazioni al solo scopo di infangare onesti militanti politici. No, da quando giudici costituzionali si dichiarano ‘’incompetenti’’ per decidere se si può essere contemporaneamente membro del corpo legislativo e membro del corpo esecutivo, benché il principio della separazione dei poteri sia stato definito tre secoli fa. No, in un paese dove, in una puntata di una radio communitaria, su suggerimento del conduttore, un leader politico può essere trattato da ‘’ bastardo antisemitico’’. Dopo di che il giudice del procedimento sommario ‘’si dichiara incompetente’’ per decidere se si tratta di una di quelle ‘’ingiurie pubbliche’’ punite dalla legge ! Sorvolo su tante altre cose e chiedo scusa a coloro  la cui situazione è ancora più seria, come le vittime della legge ‘’licenza di uccidere’’.  Questo cupo cambiamento è stata notato nel mondo intero. Per questo motivo da tutta l’Europa e anche dall’ America sono giunte delle prese di posizione ufficiali e avvertimenti contro l’atteggiamento del presidente Macron riguardo a questa situazione. Arrivano dopo tante altri avvertimenti in merito alla repressione violentissima degli gilets jaunes è numerosi altri temi.

Adesso il suffragio universale è in pericolo.

Il presidente Macron aveva già perso la maggioranza parlamentare non appena rieletto in 2022, è ciò dopo che la NUPES avevaa vinto il primo turno in un quasi silenzio dei media, i quali hanno continuato a parlare  di ‘’maggioranza presidenziale’’ per definire la maggioranza relativa costituita da i partiti che sostengono il presidente nell’assemblea nazionale. I voti successivi non hanno fatto altro che confermare questa sconfitta. Questi sono i fatti ! Solo coloro che hanno creduto nella propria propaganda si stupiscono. La ‘’ Macronia’’ è ultra minoritaria da tre elezioni generali !

Dopo la sua sconfitta alle europee, il presidente della repubblica ha sciolto l’assemblea nazionale per ottenere un ‘’chiarimento politico’’ secondo le sue stesse parole. La risposta è stata inequivocabile : il suo partito è stato bocciato in un modo ancora più duro. Del resto, senza il ritiro dei candidati di sinistra arrivati in terza posizione, il suo partito sarebbe quasi scomparso dall’assemblea nazionale. Allora, coloro che come al solito ci sputano le loro insulti e il loro disprezzo  in faccia, pensino bene al messaggio che stanno mandando al pase e alle diverse generazioni che lo costituiscono, ognuna con la propria esperienza o inesperienza delle crisi politiche e sopratutto delle crisi di regime. Cosa vogliono raccontare al paese ? Che non esiste un ricorso legale contro un autocrate ? Che non c’è nessun mezzo istituzionale contro un colpo di forza  contro la democrazia ?  Che la democrazia parlamentare, come la capiscono e la fanno esistere quasi tutte le democrazie nel mondo non esiste in Francia ? O che votare non serve a niente ? O che non hanno ancora capito che, come quando nel 2005 il 55% dei francesi hanno votato contro nel referendum sulla costituzione europea e quel voto è stato violato, queste cose prima o poi si pagono, come sta accadendo in questi giorni ? Quale direzione stanno prendendo facendo così ? Quale violenze stanno riaccendendo ?

Tuttavia il momento della verità della decisione democratica nelle elezioni parlamentari verrà a galla. Verrà tramite questa procedura di destituzione e la censura del governo che Macron avrà scelto per usurpare la ‘’volontà generale’’ di più dei due terzi degli elettori che lo hanno bocciato. Verrà. E durante il cammino verso questo momento, ogni passo, ogni strumento del dibattito pubblico avrà la sua importanza. L’avvertimento lanciato da LFI ( La Francia non sottomessa/ ribelle) ha già prodotto un effetto : quello di radicalizzare il Partito Socialista, il quale è pronto a votare la censura che considera preferibile ad una procedura di rimozione. Non è cosa di poco. La censura verrà quindi sicuramente votata. Tanto vale dire che già, il futuro del vacuo gesticolare presidenziale si scurisce ! È quindi una certezza che coloro che per caso avrebbero deciso di salire a bordo del Titanic per arrivare fine alla fine della gita dovranno rivalutare i loro sogni di potere. L’unica cosa sicura a bordo è il naufragio. E non basterà sapere nuotare in acque torbide per cavarsela !

S’il s’agit de diffuser dans la presse je suggère Il Fatto Quotidiano, un des seuls quotidiens nationaux vraiment indépendants (de l’industrie et de la politique) en Italie. Ce journal a été fondé par des journalistes qui, ‘’grillés’’  dans la presse mainstream possédée par Berlusconi ou la Fiat ou d’autres, ont créé un organe de presse qui leur permette de faire leur travail. J’aime beaucoup son rédacteur en chef, Marco Travaglio, qui n’a cessé de s’en prendre aux puissants de son pays (Berlusconi, la Mafia, les divers gouvernements…) avec probablement une quarantaine d’ouvrages publiés et qui – même s’il se dit de droite – dit souvent des choses qui pourraient sortir de la bouche de quelqu’un de chez nous (sur l’évasion fiscale, la précarité, les services publics, l’indépendance de la presse…). C’est davantage lié aux grandes figures de la politique italienne et à son histoire, je pense. Mais dans ce journal il existe toutes les tendances politiques, de potere al popolo à la droite (pas extrême, je ne pense pas). Andrea Scanzi, par exemple, une des plumes les plus habiles et acérées du journal, est de gauche. La seule ligne éditoriale du journal est la constitution qu’ils ont défendue bec et ongles à travers des articles, émissions, spectacles, meetings du nord au sud de l’Italie quand Renzi a voulu la massacrer. Personnellement c’est le journal que je lis quand je suis en Italie. Ses journalistes interviennent d’ailleurs très régulièrement sur La Sette, chaîne sur laquelle JLM a été interviewé par Mentana, sur un ton très différent de ce qui se passe de ce côté ci des Alpes.

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